Il regista Curtis Hanson, in 8 mile (2002) mette in scena un segmento della vita del rapper americano Eminem, che dai bassifondi della periferia post-industriale di Detroit ha scalato il jet-set del rap mondiale.
Una famiglia a pezzi, una madre sbandata, una sorellina che rappresenta la speranza di un futuro migliore che Jimmy Smith jr. (Eminem stesso) cura amorevolmente. Per uscire dalla periferia non si può che combattere. E la lotta qui è quella dei contest di freestyle dove rapper si danno battaglia a suon di rime.
Eminem è ovviamente il migliore, ma ci mette un po’ a convincersi, ad acquistare fiducia in se stesso. Dietro questa storia si nasconde un bel quadro della periferia americana, cupa e violenta. Siamo lontanissimi dalle luci di Los Angeles. Il degrado, la voglia di riscatto di chi ci abita. «You have only one shot», una sola possibilità, canta nel finale. Eminem non se la lascia sfuggire.
Film nel complesso ben fatto; apprezzabile il realismo dei luoghi, gradevole la narrazione delle vicende. La colonna sonora è per i soli amanti del genere. L’unico pezzo non rap, "Sweet home Alabama", pezzo southern rock degli Lynyrd Skynyrd, è utilizzato da Rabbit, pseudonimo di Jimmy, come base per “rapparci” su le sventure della sua automobile.
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